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Vedi anche: le FAQ (domande frequenti), i film menzionati nel Libro, il diario di scrittura, le copertine, la galleria d'immagini, 2012 e la pagina dei segreti

  • Il "caveat" (perchè l'Undicesimo Comandamento è "vietato sputtanare")
  • Dedicato al mondo che SaRà (la dedica del Libro)
  • L'incipit (la scritta a mano in seconda di copertina)
  • Il mio BeneAmato Lettore
  • Gli schifidi (chi sono, origine della parola e traduzione in inglese)
  • Dove si svolgono le vicende del libro?
  • Perché il Libro è stato diviso in una trilogia?
  • Che bislacco pseudonimo..
  • Quali scrittori ti hanno influenzato?
  • Quanto tempo c'è voluto per scrivere "Il Libro"?
  • Le monetine semoventi

    DI CHE GENERE È "IL LIBRO"?

    Mah, sai.. difficile a dirsi! È costituito da numerosi rivoli, che nel finale affluiscono a un fiume che auspicabilmente condurrà qualche anima (o perlomeno qualche intelletto) al Grande Mare. In quanto tale ha la capacità unica di legare svariàti generi diversi, pur senza appartenere ad alcuno di essi.
      A me piace definirlo il primo Romanzo Sapienziale web-oriented. Un testo cioè che combina la pluri-millenaria tradizione della Letteratura Sapienziale col "moderno" formato del romanzo, dopandolo però delle straordinarie potenzialità offerte dall'integrazione con internet: approfondimenti ipertestuali on-line, contenuti-extra multimediali "tipo gli speciali dei DVD"..
      In altre parole: fra le altre cose, si propone anche di spalancare una nuova frontiera del leggere, infondendo nuova linfa vitale all'altrimenti obsoleto rapporto libro/lettore - al giorno d'oggi talmente logoro da rasentare il collasso, al punto da giustificare chi dava per spacciato il "sapere cartaceo".

    DI COSA PARLA "IL LIBRO"?

  • vite precedenti? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]
  • paranormale? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]
  • spiritismo? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]
  • antico Egitto? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]
  • preistoria? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]
  • filosofia? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]
  • antropologia? sì, ma non solo [LEGGI UN ESTRATTO]

  • è una lovestory? ce ne sono due, ma è anche altro [LEGGI UN ESTRATTO]
  • è un libro di poesie? sì, ma è anche altro [LEGGI UN ESTRATTO]
  • è un libro newage? sì, ma è anche altro [LEGGI UN ESTRATTO]
  • è un libro next-age? sì, ma è anche altro [LEGGI UN ESTRATTO]

  • c'entra con la fine del mondo? solo se le cose andranno male
  • c'entra col film "Ultimatum alla Terra"? esistono molti punti in comune
  • c'entra con "Matrix"? decisamente sì

    IL "CAVEAT"

    Questo romanzo narra di personaggi, luoghi e vicende reali. Qualunque idiota sia intenzionato a svolgere indagini volte a “decrittare” i nomi di luoghi e persone (che ho appositamente alterato a tutela della privacy dei diretti interessàti), sappia che rendendoli pubblici commetterà un crimine morale del quale sarà l'unico responsabile – anche a termini di legge.
      Nessuno, tranne chi l'ha vissuto, saprà mai fino in fondo cosa è realmente accaduto e cosa invece è stato aggiunto al fine di romanzare la vicenda: pertanto nessuno ha il diritto di gettar discredito su persone che, nella vita reale, assai poco potrebbero avere a che fare con il personaggio che da essi ho estrapolato.
      Ma soprattutto esorto te, mio beneamato lettore, a boicottare tutte le iniziative intese a creare scompiglio partendo da questo libro: le polemiche lasciamole a chi vive inconsapevolmente asservito alla cara vecchia regola di Lao Tzu: “Chi parla, non sa. Chi sa, non parla.”

    DEDICATO AL MONDO CHE SARA`

    Sebbene in inglese abbia deciso di renderlo alla lettera ("dedicated to the world that shall be"), in quanto il Libro è essenzialmente un dono all'umanità del futuro ("ad arrivarci, beninteso"), i meno distratti fra voi si saranno domandati come mai la S e la R sono maiuscole.
      Innanzitutto, è un gioco di parole (o per meglio dire: una stratificazione di significàti) di quelli che mandavano in brodo di giuggiole non solo Groucho Marx, ma per primi gli antichi Egizi: Ra era il Creatore, dunque "dedicato al mondo che aveva in mente il Creatore" (di cui si parla nel RiEpilogo aka 2012) ma anche "dedicato al mondo che il figlio di Ra.." (da "sa Ra", in geroglifico). Da notare che la frase è in sospeso, poichè l'esito della missione del novello Horus ha esito incerto.
      Inoltre vuole essere una strizzatina d'occhio a Sara Connor (peraltro è il cognome dell'Highlander), la protagonista "eroica per caso" del film Terminator - che non a caso scrivo con S e R maiuscole pure nel capitolo 91.

    L'INCIPIT

    L'incipit è davvero nato di getto e trascritto in fretta e furia su un foglietto. Il testo originale del 26 agosto 1996 (che, come puoi vedere, è rimasto pressochè invariato) è il seguente:
      «Non è davvero il caso che tu continui a leggere questa storia. E' che, semplicemente, di alcuni libri proprio non ci si può fidare.
      Non consigliare questo libro a nessuno, o ti riterrò personalmente responsabile di aver diffuso un'epidemia. Tu non hai la mia scusante: tu non sei stato obbligato a scrivere questo libro per poter ritornare a vivere una apparenza di vita normale. Fai finta che sia solo un romanzo: un'invenzione, uno dei tanti parti di qualche fervida mente malata. Perchè io sono pazzo, e lo so. Tu non ancora. Non diventarlo. Quanto a questa copia del libro, bruciala prima che diventi un'ossessione che ti perseguita ovunque: sul comodino, sulla scrivania, davanti allo specchio del bagno, sul sedile dell'automobile...
      Non ti darà tregua, lo capisci questo?
      Ti seguirà ovunque come la tua ombra. Come un cane randagio che, se solo gli dimostri un briciolo di attenzione, zac!: non ti molla più. Basta un attimo: una sola occhiata, a volte, può essere quella fatale. Io ho un computer, cosa credi? Con tanto di software di videoscrittura. Pensi forse che mi sia messo a digitare sulla tastiera in panciolle, perchè non avevo null'altro da fare? Qui, ti sbagli! Ancora conservo il fogliettino del blocco appunti che regalano in banca - quello sul quale la mia penna ha riversato le parole che tu hai la disgrazia di leggere stampate. Ho messo quello scampolo di un incubo in bacheca, e ancora mi domina dal mezzo della cornice. E ancora mi sogghigna beffardo quando ci passo davanti. Sei ancora in tempo. Forse è sufficiente incenerire il libro. Forse no.»

    IL MIO BENEAMATO LETTORE

    Senza offesa, ma non sei tu. Occhio alla presenza (o assenza) di maiuscole, in ciò che scrivo!
      Per quanto io ti sia grato di aver contribuito al mio sostentamento acquistando il Libro, ivi incluso quello del mio Ego che si pasce nell'illusione che ti possa essere persino piaciuto almeno un pochino, per "BeneAmato Lettore" io intendo una figura retorica e/o mitologica - ammesso e non concesso che abbia senso parlare di miti ambientàti nel futuro anzichè vestigia di un lontano passato.
      Egli è ciò che Beatrice fu per Dante, e che l'Amata Immortale fu per Beethoven: simboleggia colui a cui tendono tutti i miei sforzi di Scrittore (Yang), il mio Lettore Ideale (Yin), il vero Destinatario-ultimo della mia opera. Non a caso, gli ho dedicato il Libro.
      La prima volta che lo vidi, fu nel finale dello splendido film "Intelligenza artificiale" di Steven Spielberg: è l'alieno che, fra una milionata di anni o giù di lì, giungerà sul pianeta Terra dopo che la cosiddetta civiltà umana si sarà estinta - lasciando alle sue spalle soltanto reperti archeologici che lui, inquantochè scienziato, dovrà smazzarsi.
      L'ho sempre detto e ripetuto: mi auguro che questo romanzo gli risulti essere un piacevole divertissement, qualcosa di (vagamente) degno della sua intelligenza, che gli consenta una boccata d'aria dopo tutte le stronzate che gli sarà toccato sorbirsi al fine ingràto di catalogare la cosiddetta letteratura del nostro tempo.

    GLI SCHÌFIDI

    Sono le forme-pensiero del piano astrale, gli "spettri cattivi" contro i quali si scontra Angelo. Sono impurità generate nel corso dei secoli dai pensieri di un'umanità sempre più decaduta, e/o la cristallizzazione di forti emozioni negative (forse persino le nostre e/o di Angelo stesso). Ma forse sono generàti di proposito tramite magia nera dai nostri reali nemici, la cosiddetta setta degli illuminàti.
      Il termine "schifidi" è stato coniato da Gaspare & Zuzzurro, alias Andrea Brambilla e Antonio Formìcola: due geniali cabarettisti che negli anni '80 inventavano sillogismi paradossali (le loro famose "dimostrazioni") e neologismi fra cui il suddetto - vedi ad esempio in questo filmato (1.4MB).
      Quando si trattò di esprimere il senso di raccapriccio e, assieme, di pericolosità che mi davano questi esseri ributtanti, probabilmente per assonanza con l'aggettivo "ìnfidi" mi è saltato fuori questo termine - che da allora per me ha definitivamente cessato di avere alcuna connotazione comica.
      Quanto alla traduzione che ne ho fatto in inglese, coniando per l'occasione il neologismo "slimyfiends", deriva da "slime" (la zacchera ectoplasmatica, oltrechè la bava dei lumaconi - che appunto sono una delle principali manifestazioni allo stato grezzo delle forme-pensiero in questione) e "fiends" ("monster: a cruel wicked and inhuman person; devil: one of the evil spirits of traditional Jewish and Christian belief; fanatic; a malevolent spirit; evil spirit or person that is wicked or cruel in their actions") che è il vocabolo moderno con cui è stata resa una figura ricorrente nel Libro dei Morti egizio - che al cap.175 spiega come il "dio del male" Seth li abbia creàti facendo uso di magia nera.

    DOVE SI SVOLGONO LE VICENDE?

    A Peyton Place. Si dice il peccato, non il peccatore - e non soltanto per non auto-contraddirmi il "caveat", ma anche e soprattutto poichè era mia precisa intenzione (e ancor più lo sarà in seguito, quando tenterò di eliminare anche i pochi riferimenti geografici rimasti) rendere universale la vicenda trattata. Dopotutto neanche nella Bibbia si menzionano altro che le grandi città dell'epoca, e ciònonostante: questo cosa aggiunge, a noi che la leggiamo oggi? Soltanto la seccatura di non sapere di che cavolo di posto stavano parlando. La considero pertanto una cortesia che faccio al mio Beneamato Lettore.

    PERCHÈ UNA TRILOGIA?

    Perchè, a quanto pare, di stampare volumi oltre le trecento pagine è concesso solamente a Stephen King.
      Ho dovuto pertanto rinunciare al tomo-unico (che assieme all'allegato "2012" avrebbe simboleggiato le stelle binarie di Antares anche geometricamente), suddividere la ex Parte Terza in due metà (una da accodare alla Parte Seconda, l'altra da unificare con la ex Parte Quarta), re-incorporare il RiEpilogo (che rispetto alla prima stesura era cresciuto abbastanza da venir pubblicato come quadernetto separato), e incorporare nei capitoli 53 e 86 dei "riassunti delle puntate precedenti" che rendessero ciascun libro metabolizzabile anche separatamente.

    QUALI SCRITTORI TI HANNO INFLUENZATO?

    In ordine cronologico: Krsna (o chi per conto Suo scrisse la Bhagavad gita), Imhotep/Huang-Di, Giobbe e Mosè (ammesso e non concesso che la Genesi l'abbia effettivamente scritta lui), Platone, Giovanni (l'Apocalisse), Tommaso (quello del cosiddetto "quinto vangelo"), il grande Billy (Shakespeare), la grande Emily (Dickinson), Karl Kraus, Marcel Proust (ma solo per il suo ottimo Questionario), Groucho Marx, Kahlil Gibran, Eric (Blair aka Orwell), Lobsang Rampa, Marguerite Yourcenar, Gene Roddenberry e il suo team di sceneggiatori (gente che ti fa venire la voglia di tirar fuori l'anima dall'armadio!), Arkadij & Boris Natanovic Strugacki (anche se "soltanto" per un romanzo), Osho Rajneesh, Alessandro Bergonzoni, e (seppure non per il Libro) William Gibson e Aaron Brancotti.

    CHE BISLACCO PSEUDONIMO..

    "Falco Talco" era già stato usato da Alessandro Bergonzoni, così mi son dovuto arrangiare. Eppoi chissà che pure io non finisca col sollevare un bel polverone..

    QUANTO TEMPO C'È VOLUTO PER SCRIVERE "IL LIBRO"?

    Ben 12 anni, oppure 15 includendo i tre anni di "segreto d'ufficio" (cfr. cap.1). Come puoi appurare nel dettaglio dando una scorsa al diario di scrittura, si è trattato di un parto lungo e alquanto Travagliato - che singolarmente presenta numerose affinità con quello de "Il signore degli anelli" di Tolkien: pure lui impiegò 12 anni, pure lui dovette suddividere in trilogia pur di pubblicare, pure lui "è un romanzo troppo bislacco che non leggerà mai nessuno".. quanto al mio, speriamo bene. :-1

    LE MONETE (vedi anche: Gino MU)

    Clicca per scaricare l'immagine.

    Mi è stato chiesto che fine abbiano fatto. Semplice: sono state spese. Quelle rappresentate nel Libro (nonchè riprodotte qua sopra) sono delle copie, non certo gli originali. (Peraltro, per non rovinare la mia collezione di monete, il puntino l'ho disegnato al computer dopo averle scannerizzate "al naturale".)
      Tanto per evitare una demenziale caccia alle reliquie, e relativo traffico di patacce, ci tengo a precisarlo chiaro & tondo: tutti e sette i 100£, e l'unico 200£ della "combriccola semovente", sono sicuramente tornàti nell'anonimato ancor prima che le Lire venissero definitivamente soppiantate dall'Euro - perchè il puntino nero che avevo praticato sarà stato grattato via, oppure si è sciolto nel giro di pochi giorni maneggiando le monetine.

    PERCHÈ STAMPI IN INDIA?

    Mai mi sarei aspettato di sentirmi tacciare di sfruttare la manodopera terzomondista anzichè un più patriottico made in Italy. :_)
    Comunque famo a capisse: è verissimo che un libro stampato in India costa circa un terzo che a farlo stampare in Italia, ma la ragione per cui a suo tempo scelsi pothi.com non ha nulla a che vedere con le perverse (il)logiche di mercato. Molto semplicemente:

    1. non intendevo cedere l'esclusiva del mio romanzo a un unico stampatore (pretesa dell'unico printer-on-demand italiano che avevo trovato: boopen.it, cfr. comma 9.3) - tant'è che, nonappena scoperta un'alternativa in ilmiolibro.it, ho prontamente dirottato il tutto sul sito italiano

      Ma soprattutto:

    2. c'è un abisso, fra un neo-imperialista che va in un Paese povero a impiantare la propria fabbrichetta per sfruttare la manodopera locale, e invece incoraggiare una piccola impresa nata spontaneamente sul posto quale Pothi era. E a cui mi pregio di aver dato una mano, nel mio piccolossimo, investendo su di loro quando ancora la qualità che offrivano era tutt'altro che paragonabile alla stampa offset attuale (vedi i dettagli delle vecchie rilegature a mano, con copertine appiccicaticce e storte, e spago pressochè a vista).