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Vai alla pagina del mio sito con tutte le mie poesie Proprio poiché amo la Poesia, sono il primo a considerare i libri di poesia noiosi e stucchevoli.

Per come la vedo io, funziona come con lo zucchero: è altamente energetico e arricchisce il gusto, ma solo a patto di non eccedere con le dosi - altrimenti ti manda dritto-dritto in coma insulinico.

Ragion per cui ho pensato di inframmezzarne un po' nella mia prosa, in maniera tale da non renderle pesanti. Anzi, al contrario, così facendo esse spiccano - dimostrando anche a chi non avrebbe mai aperto una raccolta di poesia quanto essa sia in grado di far volare le parole e innalzare i pensieri e il Sentire.

Come mai allora ben presto ho smesso di scrivere poesie?

È presto detto: perché una poesia è una canzone senz'ali (cfr. cap. 33). E difatti sarebbe più corretto affermare che la mia "vena poetica" è spontaneamente confluita in quella lirica, come appunto dimostrano (io almeno me l'auguro :-) le liriche delle mie canzoni, sinolo inscindibile di poesia e Musica.

Vedi anche: le mie raccolte di poesie, il mio demotape del 1996, altre mie opere

LE MIE POESIE CHE HO MENZIONATO NEL LIBRO
RIF: capitoli 35, 38, 43, 59, 68, 74, 76, 87, 91, Epilogo

DUE (17/10/1993) [cap.35]
Gocce di ricordi
piccole
tenui
battono.
Vetri vaporosi
quell'aula
tu affianco
la lavagna
rauca di gesso,
polvere bianca
delle ali di farfalla.
Lezione di storia:
la classe
dorme e ascolta
e cresce.
Nudi
pensieri
fischiano nell'aria
e il sibilo ci avvolge
penetrante.
Sguardi:
nient'altro che vibrazioni
ondeggianti.
Dal di dentro.
Al di dentro.

(PENSARE GRANDE) (18?/10/1993) [cap.38]
La voce.
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » »"Tu pensi piccolo"
EGLI no.
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » "Io penso grande"
Pensare
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Grande.
Gorgo warp tunnel buio
Pensare grande.
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Dilatazione percezioni.
Categorie?
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Puah!
Razionalità?
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Pensare piccolo.
Macchia d'olio.
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Fiorire fuori dal recinto.
Wind shrieks-thru-clouds
Respiro notte cielo alba colori
» » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » GRANDE

INFIMO (22/10/1993) [cap.43]
Spento.
Umida terra.
Striscio.
Buio.
Cieco.
Notte.
Brividi.
Solo.
Ooo-oo.
Solo.
Strisciare.
Nulla
nel nulla
verso il nulla.
Ooo-oo.
Solo.
Strisciare.
Piovono spore
secche soffocanti.
Barriera.
Schermo.
Ooo-oo.
Solo.
Strisciare.
Porta Essere luce squarcio:
musica
Armonia.
Alto. E più su.
Domina l'Alto,
spazia l'Alto.
Verme rantola.
Ooo-oo.
Solo.
Ooo-oo.
Soo-loo!
Soo-loo!
Cigolìo buio Essere Porta:
silenzio
Tenebra.
Ooo-oo.
Solo.
Strisciare.
Ooo-oo.
Solo.
Strisciare.
Ooo-oo.
Solo.
Strisciare.

MI AMI? (3/7/1993) [cap.59]
Non potevi costringermi
in un anfratto più insidioso,
in un dubbio più cieco,
in un circolo più vizioso
con altra domanda che 'Mi ami?'.
Amo il vento spettinato
e la primavera;
amo il cielo terso
e il volo planato del falco;
amo il mare,
rugoso di sale;
amo lo svettare candido dei monti,
la solidità della roccia dei picchi;
amo tutta quanta l'infinita bellezza
che mi circonda,
che mi inonda..
amo lo spumeggiare della vita..
Ma non AMO
te.
Però
senza di te
sarei una notte senza stelle,
un cielo senza nuvole,
una melodia senza suono,
un angelo con le ali tarpate
decaduto nemmeno negl'Inferi,
ma nel Vuoto Immenso e Microscopico.
Però
senza di te
non avrei più aria da respirare,
non avrei più occhi per ridere
e neppure per piangere.
Non ho che sintomi, da balbettarti:
la malattia che affligge il cuor mio
non ha
né puo avere
nome.
E se tu la chiami 'Amore',
beh..
allora sì:
ti amo.
Gridandotelo dal profondo di ogni atomo che mi dà energia e vita

L'ALTRA METÀ (1/12/1994) [cap.68]
Vorrei intingere le mie labbra nelle tue,
attizzare ancora una volta in noi il fuoco rubìno ebbro di passione,
scivolare assieme a te nel gioco
maliardo della sensualità innocente:
bere vino ed essere bevuto divinamente,
masticare la vita ed farmi agguantare il cuore da una carezza leggera,
respirare schegge di cielo
e sprizzare dolce, tenera, pura, sorprendente, mite intimità.
Rapìto da uno strano ed irresistibile anélito del tempo,
giaccio ansimando aliti flebili,
vividi e all'erta i sensi.
Questa notte è accaduta una cosa, strana e meravigliosa:
ho sdoppiato e perso di vista me stesso,
e ora cerco e ritrovo in te
l'altra metà del mio Sé.

PENOMBRA NOTTURNA (21/9/1992) [cap.74]
Il tuo fantasma evanescente mi sorride,
seduto sul letto, e scompare;
nella mente mia,
gli occhi tuoi languidi
fanno naufragare dolcemente
la malinconia nell'animo.
M'assale Tristezza,
l'eterna compagna di una vita
di ricordi e lacrime
celate dall'ironia di un sorriso.

[in corsivo la parte non presente nel Libro]

LOVE IS JUST A WORD (13/3/1993) [cap.74]
Nei tuoi occhi vedo spumeggiare il mare..
Nei tuoi respiri, odo lo stormire estivo delle fronde del bosco..
Coi tuoi capelli, carezzare un campo d'orzo..
Con le tue carezze, solleticare e poi solcare l'anima.
[oggi parte del medley CIUFFI D'AMORE AL VENTO]

ELISIR D'ETERNO AMORE (28/3/1993) [cap.74]
Vorrei fare di te la giustificazione
di ogni respiro che rubo al vento;
il mio alibi per ogni raggio di sole
che i miei occhi
socchiusi
sottraggono a un fiore.
Vorrei privare lo Zefiro dei suoi profumi primaverili,
strappare all'aurora quei deliziosi colori,
e da cento muschi e cento licheni
distillare lacrime di tremula rugiada.
Vorrei svegliare l'antico alchimista
dal suo millenario eremitaggio.
E affidargli il bottino di tanto ricercare.
Affinché la sua recondita magia
li mesca in una pozione portentosa,
che tu ed io si possa centellinare
lungo la vita intera:
rinnovando giorno per giorno i sentimenti,
insegnando giorno per giorno
cosa significa
e quanto è dolce
amare

I CONFINI DELL'AMORE (19/5/1993) [cap.74]
Io appartengo a te.
Tu appartieni a me.
E non dirmi quali sono i confini dell'amore:
non prima di avermi indicato
fra le mille sfumature dell'alba
quale separa la notte dal giorno.

TUNNEL (28/2/1993) [cap.76]
Muraglie di cemento,
formicai umani in decadenza,
binari arrugginiti..
TUNNEL!
Sferragliare del treno che rimbomba,
aria che sibila lacerata dal treno,
cielo plumbeo,
case tutte uguali e ugualmente fatiscenti e marce..
TUNNEL!
Piccole colline, piccoli alberi..
TUNNEL!
Pochi raggi di luce,
troppi vespai della "civiltà"..
TUNNEL!
Una gru,
una stazione superata sulle ali del vento,
e lo sferragliare..
TUNNEL!
Le pareti di questa vecchia carcassa d'acciaio scricchiolano,
nel buio del..
TUNNEL!
Aria e..
TUNNEL!
Capannoni,
alberi rinsecchiti,
banchine spoglie e..
TUNNEL!
Una centrale termoelettrica s'è insediata tossica in un afratto brullo fra il passato e il prossimo..
TUNNEL!
Inghiottito e sputato da un tunnel dopo l'altro.
Incessantemente.
Sino a rivedere il mare
[nel Libro si interrompe con "sino a rivedere.."]

VUOTO MENTALE ASSOLUTO (6/11/1993) [cap.87]
Occhi sbarrati,
iride spenta,
pupilla dilatata:
sguardo vacuo,
totale assenza di pensiero.
Immagini,
proiettate sulla corteccia visiva:
sterili impulsi nervosi
generati da un organismo perfettamente funzionante
che si smarriscono
silenziosi
nelle pieghe di neuroni abulici.
Vedo una penna.
Vedo delle forbici.
Vedo un foglio.
Sul foglio dei simboli.
Simboli alfanumerici scritti a mano.
Parole e frasi.
Ma tutt'intorno risuona l'eco cacofonico del più totale silenzio.
Persistente silenzio cerebrale.
Vivo e vegeto,
completamente irreattivo.
Presenza del significante,
assenza del significato.
Vuoto mentale assoluto.

LE MONTAGNE DELLA LUNA (Alla ricerca delle sorgenti del Grande Fiume) (25/6/1995) [Epilogo]
Soffro di mal d'Africa per una terra remota,
una landa lontana di un altro pianeta,
mille mondi e un sospiro distante da qui.
Qui, dove strane tribù nomadi mi alitano sul collo.
Qui, dove Ieri Oggi e Domani cavalcano la medesima nostalgia.
Vi è un abisso, fra il mio anelito d'essere, e la loro fame di apparire.
Ed uno iato incolmabile, fra questo 'me' e la mia reale natura.
Inghiottito nel baratro che non conosce fondo delle parole;
frastornato dalle menzogne del tempo;
prigioniero d'uno spazio esiguo;
ed affamato di un cibo introvabile -
chi son io?
e perché giaccio qui?
Scongiuro le stelle in questa parvenza di notte,
ma la strada per casa è da lungo tempo smarrita.
Un sommesso singulto di solitudine vien trascinato via dal vento,
e questo esploratore vagabondo ch'io sono volge la sua coscienza al sonno iperboreo,
ove i ricordi lo annegano nelle sempiterne acque placide dell'Oblio.
La notte chiude un ciclo, e domani sarà il nuovo giorno:
quale condanna, quale indicibile crudeltà, quale penoso strazio!
E avanti così:
"Barra tutta a dritta, capitano!", mi sprona il mozzo.
Non c'è naufragio che tenga: questo viaggio non avrà mai fine.
Mai VERAMENTE.
Scivoliamo via nel risucchio dei giorni senza meta,
nel gorgo delle promesse per la bugia spietata ed antica di un domani migliore,
nella risacca delle onde del mare che pullulano di infiniti messaggi in altrettante bottiglie abbandonate ai flutti..
..ma poi tutto si perde in un oceano di silenzio,
tutto quanto si scioglie come neve al sole.
Il Tutto si rimescola al Nulla,
come il canto delle cicale nell'aria viscosa di una notte d'estate.
Un breve singulto.
Un tremito al sole.
E poi -
tutto quanto il mondo..
TACE.

COMUNQUE (??/??/1993) [cap.33]
Se è vero che le nostre strade strade sono parallele
e non ci incontreremo mai,
prego siano abbastanza vicine
da permettermi di starti sempre accanto

TI AMO (18/3/1993?) [cap.33]
Trascorrerò ogni attimo del mio esistere carezzandoti con lo sguardo:
lo sai, appartengo ai tuoi sorrisi

SVEGLIARMI (4/12/1992) [cap.33]
Svegliarmi la mattina con te accanto.
Svegliarmi al sorriso tuo l'incanto.
Svegliarmi gli occhi tuoi bambini.
Svegliarmi io e te ancora stretti vicini.
Svegliarmi e carezzarti i capelli.
Svegliarmi e riscoprirci gemelli.
Svegliarmi e..
Svegliarmi..
Non svegliarmi: è solo un sogno.

PIOVE (2) (26/9/1994) [cap.91]
Piove.
Chiudo gli occhi ed esco dal tempo.
Che differenza fa,
se sono sdraiato su un letto nel 1994
o su un covone di paglia nel 1492?
Che differenza fa,
se lo scrosciare delle gocce d'acqua
proviene da fuori una casa
o una grotta?

L'uomo è uno:
le stesse domande,
le stesse preoccupazioni,
la stessa impotenza prostrata ai piedi dell'Eterno..
Mi dicono che sto oziando
- e intanto corrono nel loro “dover far qualcosa”.
Mi dicono che dovrei essere altrove
- e dove?

Sasso:
pietra, più che uomo.
Pianta,
che immobile si disseta.
Animale,
che raggiunta la tana si accuccia
ed ascolta piovere
in perfetto raccoglimento.
Nessun orologio,
salvo quello biologico in me:
sto semplicemente aspettando il sole,
nella mia urna di silenzio.

Non dormo:
ascolto.

Divenendo a mia volta suono che avvolge la natura.
Che ora era,
quando ho iniziato ad ascoltare la pioggia?
E chi ero?
Non importa.
Non m'importa più.
Piove.
In corsivo, le parti rimaneggiate.

PIOGGIA, MUSICA (3/10/1994) [cap.91]
Lo scrosciare della pioggia,
sempre così perfettamente a tempo.
Romantico come un tramonto mai visto
che si distende sul mare dei tropici,
esplosivo come un lampo
subitaneo
nel cuore.

L'intera poesia è stata pesantemente rimaneggiata onde fungere da trait d'union fra la precedente e la successiva.

SECOLI LONTANI NELLA PIOGGIA (28/7/1994) [cap.91]
In estasi,
al cospetto della magnificienza dell'Universo,
che per me solo dipana gli arcani suoi..
..e il tutto mi si para innanzi
in una beata
lontana
silente
calda
solitudine.
Un battito d'ali piange canoro
una goccia tremula di rugiada
dalla fragranza di muschio.
Una roccia millenaria
narra delle mura diroccate
di un castello medievale.
È l'alba oppure il tramonto?
È il vento, oppure il flauto di Pan,
a stormire con le fronde,
a sussurrare odori lontani nei secoli?
Poi un'onda..
Il ticchettare antico della pendola..
E la magia di ogni cosa ricomincia:
un'altra vita risorta dal mare,
nel segreto che la spuma tace financo al bagnasciuga.
Da qualche parte è calata la sera
e un golfo luccica baciato dalle stelle.
Pace, armonia e celestiale beatitudine: piove.

BAMBINETTI (21/11/1994) [Epilogo, Com'è finita tra me e Alessandro]
Come un'ombra
mi sono intrufolato in un anfratto
che il tempo si è dimenticato di traviare.
L'odore dei ricordi nell'aria;
lo schricchiolare familiare del parquet
sotto i piedi di questo bimbo cresciuto.
Blu negli abiti e nell'umore,
vado a stagliarmi sulla gradinata
come una macchia scura sul legno levigato.
Giù nel campo,
per quanto la recinzione mi permetta di vedere,
c'è un'allegra orda di bambinetti:
vispi,
irrequieti,
caotici,
pieni di mille domande e proposte.
S'apre la voragine dei minuti:
la memoria mi proietta ai miei giorni di mini-basket,
così lontani nel tempo
quanto vicini e vividi ora.
Come guardando me stesso dall'alto,
vedo l'ectoplasma del me-bambino
fumare fuori dagli occhi miei;
e correre a giocare con gli altri.
Nell'assenza del tempo,
sono padre di me stesso
mentre assisto a un incontro innocente e spensierato fra bimbi.
Nessuno,
saprebbe notare la differenza fra il piccolo fantasma e gli altri.
Nemmeno l'allenatore:
impacciato per un pubblico che violenta l'intimità fanciullina,
ma così a suo agio coi bambinetti.
E per una volta ancora almeno,
pur senza riconoscere me in quel bambino,
a suo agio con me.
Tutto s'offusca,
come l'acqua di uno specchio magico,
come il dissolversi d'un miraggio:
è il soffocare della visione,
è il nuovo esser scaraventati nel reale.
Con un ricordo in più,
e una tessera in più
nel mosaico meraviglioso che rivela Alessandro.
Come un'ombra,
mi sono intrufolato.
Ed ora mi dileguo nel silenzio

Sono state inoltre menzionate:

LE MIE "POESIE" CHE SELEZIONAI PER CLEO
RIF: capitoli 73, 74, 75, 79, 80, 101

  1. Agonia
  2. Apatia
  3. Implosione del dolore
  4. Quando scoppia l'anima
  5. L'isola deserta
  6. Love is just a word
  7. Elisir d'eterno amore
  8. Morte interiore
  9. La stanza vuota
  10. Amore mio splendido
  11. Non tacer mai l'amore
  12. Prendimi con una sola carezza
  13. Stay with me
  14. Non posso capire
  15. I confini dell'amore
  16. Silenzio insonne
  17. Passione

LE MIE "POESIE" USATE DAGLI SCHIFIDI
RIF: capitolo 101

  1. Agonia
  2. Implosione del dolore
  3. Trapped trapped trapped
  4. Morte interiore
  5. Lametta
  6. Koyaanisqatsi
  7. Il bicchiere
  8. La candela cola lentamente
  9. Silenzio insonne

LE LIRICHE DELLE MIE CANZONI CHE HO MENZIONATO NEL LIBRO
RIF: capitoli 4, 12, 23, 24, 30, 44, 46, 94, 105, Epilogo, Ri-Epilogo

CIOD (?/?/1993?) [cap.46]
Esacerbato da un dolore tagliente,
trafitto dalla vile meschinità del mondo infestato dagli uomini.
(Non solo piattole, zanzare e sanguisughe, a risucchiare la vita altrui.
Non sono solo gli acari a disseminare merda nella polvere.)
L'anima nauseata mi si agita dentro,
sferzata da una crisi di rigetto per.. (ah!) questo corpo, così inabitabile.
(Negli intrichi della mente pullulano dedali di strade senza uscita,
pensieri come vermi attorcigliàti, pestilenziale nido di vipere infami..)
Mi prosciuga la malinconia, gondola che alla deriva va
sotto al Ponte dei Sospiri
giaccio esanime
riverso sopra a una zattera
sovrastata dal quel cielo plumbeo che separa tempesta da tempesta,
e che mi squassa reietto come albero tra le onde.
Rantolo quelle poche parole che ho ancora il fiato sufficiente a esalare.
Cerco dentro di me, ma non trovo che cuore e fegato -
e mi rimprovero di averne troppo del primo, e mai abbastanza del secondo.
Dove vai trascinandomi via, corrente che mi fulmini l'esistenza, oggi e sempre?
Alzo gli occhi al cielo, supplicando un paio d'ali per attraversare questa coltre di
nubi che mi strangolano, a rivedere..
finalmente aria! finalmente sole!
in una forma d'angelo -
ritrovarmi cullato dalla Grazia, e avvolto dal sorriso del mio Paese natìo
che non può essere così lontano, come invece sembra di quaggiù,
che si naviga allo sbando, e vado rimbalzando di foschia in foschia
vagolando dentro a un mondo che ha il tocco di Mida all'incontrario:
ciò che tocca, marcisce.
Accarezzo il ruvido disincanto che mi ha smarrito nel temporale della temporalità:
l'ennesima replica notturna di un'altra delusione,
che mi fa scoprire solo altra cenere che cova sotto la brace..
Sopravvivo a me stesso,
intrecciando giorno a giorno come Icaro faceva con le piume,
e come Icaro temo la caduta: non "più in basso", ma "ancora qui" -
immortale tra i mortali,
solitario diamante disperso sotto un cumulo di schegge d'opaco vetro grezzo.
Cerco un senso in ciò che mi fa senso, e fallisco mille volte in un attimo -
che non so cogliere né dimenticare, né assaporare né disdegnare.
Guardare dall'alto al basso dà vertigini ed ebbrezza, certo è vero:
tranne che all'impiccato che hanno appeso al ramo della sua agonia.
Mutilato dei Sensi e per giunta azzoppato dalle parole, invoco la Musica:
lei sola ancora mi risponde,
ma neppure lei che mi è Madre accetta di portarmi via con sé.
Così non mi rimane che annaspare nel torbido, struggendomi di stare a galla,
ma là Fuori sulla grande nave nessuno ha ancora avvistato il non-uomo a mare.
Oramai dispero pure del salvagente:
chissà?, forse a bordo non è rimasto più nessuno a lanciarlo.
Chi nasce all'imbrunire testimonia soltanto il lento progredire dell'oscurità:
la notte, coltre inesorabile. (E mi si dice che il giorno verrà. Come Credere?)
Qui piove da sempre. Talvolta pure grandina.
Accecàti dai lampioni per strada, le stelle appese nell'aria chi le vede più?
Toh? Il pendolo si è fermato.
"Eppur galleggio.."
Galleggio nell'Infinità.

E inoltre:

  1. AAA UFO cercasi disperatamente
  2. Il Figlio della Luce
  3. (Hymn to) Euterpe
  4. Magic city
  5. It's my life
  6. Lovers
  7. On
  8. Oneway love
  9. Why
  10. Amore controvento
  11. Never too late
  12. Xxxxxxx