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Il termine ebraico "Quabalah" significa sia "rivelare" (la nostra natura interiore), sia "ricevere" (in tale accezione si riferisce alla nostra capacità di ottenere una visione interiore e di comprenderla).
Non si tratta tanto di conoscere teoricamente la Quabalah, quanto di comprenderla praticandola - e, nel farlo, dobbiamo impegnare ogni aspetto del nostro essere: pensieri, sensazioni e sentimenti, non solo la ragione. Ciascuno di questi aspetti del nostro essere trova la sua collocazione (e la sua giusta guida) nell'Albero della Vita, la mappa completa della coscienza che rappresenta l'evoluzione del singolo individuo (microcosmo) e quella dell'intero universo (macrocosmo).
Attraverso il sistema delle corrispondenze, è possibile includere nella dottrina cabalistica qualsiasi cosa: così all'Albero della Vita possono ricollegarsi non solo svariati aspetti delle varie tradizioni misteriche, ma anche ogni sistema di sviluppo personale e spirituale. Qualcuno può adorare il dio Thoth e qualcun altro il dio Hermes, ma per la Cabala entrambi sono la stessa cosa. "Il vostro dio può essere diverso dal mio, ma se scopriamo i loro elementi in comune non abbiamo più bisogno di stabilire quale sia quello giusto"
La Cabala ci permette di raggiungere una comprensione viva e pregnante dei simboli, dei miti e dei sogni, perchè non si basa su definizioni prefissate e rigide dei loro significati, ma cerca il rapporto fra il simbolo e l'esperienza diretta, vitale, della persona che lo osserva. Risulta così assai utile alle persone che lavorano sugli altri a scopi terapeutici: psicologi, medici, counsellors, ecc. Essa infatti favorisce l'equilibrio per inclusione - se cioè, ad esempio, qualcuno possiede energie mentali altamente sviluppate ed energie emotive molto meno evolute, si può creare un equilibrio incoraggiando ed elevando le energie emotive fino a far loro raggiungere il livello delle altre. (Abbassare il livello delle energie mentali invece sarebbe uno spreco, perchè getterebbe via tutto il lavoro fatto per innalzarsi fino a quel punto.)
La Cabala può anche essere finalizzata a uno sviluppo spirituale più diretto, di tipo mistico o magico.
In tutta la Cabala si sottolinea l'importanza di "riportare a Terra" il nostro lavoro. Se infatti abbiamo grandi intuizioni, se stabiliamo connessioni spirituali e se equilibriamo le nostre energie, ma non riportiamo tutto ciò alla realtà attuale, la nostra opera rimarrà qualche cosa di astratto.
Il fine ultimo della Cabala è la realizzazione dell'armonia, a livello sia microcosmico che macrocosmico. Progredire in senso cabalistico comporta un trascendimento dell'ego temporale e una resa alle più profonde forze interiori, che preclude quasi automaticamente la possibilità di usare il sistema per scopi egoistici.
Una volta compreso questo, posso usare l'albero per raggiungere quella luce: proseguendo il sogno in una visualizzazione conscia; meditando sui simboli legàti a quella sfera; o anche solo grazie all'accresciuta consapevolezza creata dal rendermi conto di queste cose.
Per allentare la tensione, basta dare più spazio ai sentimenti senza preoccuparmi di pensare troppo a ciò che dovrei fare.
Narra il mito che in origine la Divinità Padre-Madre insegnò agli angeli una dottrina speciale, segreta, che è alla base di ciò che oggi chiamiamo Cabala. Dopo la creazione del genere umano, e la successiva caduta, gli angeli decisero di rivelare i misteri cabalistici agli uomini, per aiutarli a riconquistare il paradiso. Ma agli uomini non interessavano i piani divini, soltanto i loro piani su questa Terra.
Dopo moltissime generazioni, la Divinità Padre-Madre strinse un patto con Abramo - cui rivelò la saggezza cabalistica, e il nome sacro IHVH (Jahvè) che comprende nelle sue quattro lettere la chiave per comprendere l'intera Cabala. Abramo la trasmise a Isacco e a Giacobbe, e da qui giunse a Giuseppe - che però morì prima di aver tramandato il segreto, che scomparve con lui.
Abramo però aveva scritto gli elementi fondamentali della cabala in un libro che aveva nascosto in una caverna, destinato al primo individuo che avesse raggiunto un tale livello di sviluppo personale e spirituale da chiedere quel sapere. Quell'individuo fu Mosè, cui la Divinità Padre-Madre trasmise sia le leggi essoteriche (i dieci comandamenti), sia gli insegnamenti esoterici (la Cabala, appunto). Gli impose inoltre un nuovo nome (il solo che oggi conosciamo): "Mosè", che è composto dalle tre lettere ebraiche Mem, Shin e He - e cioè acqua, fuoco e respiro. (Probabilmente allude all'unire il fuoco e l'acqua, ovvero l'energia maschile e femminile in ciascuno di noi, con un opportuno flusso di aria, ossia pensieri ordinàti.)
Mosè fu ispirato a mettere per iscritto (nei primi quattro libri della Bibbia) le sue intuizioni in una forma essoterica ("mondana") che però indicasse anche gli insegnamenti segreti, attraverso allusioni, simboli e codici. Dopo di lui, un gruppo di santi saggi e colti (noti con vari nomi, fra cui Maestri Nascosti, Capi Segreti, Collegio Invisibile) si riunì in segreto, creando un collegio misterico in cui gli insegnamenti potessero essere trasmessi, compresi e, soprattutto, applicàti ai problemi mondani, a livello sia individuale, sia collettivo.
Attenendoci invece ad un'analisi storiografica, invece, risulta che nessuno sa chi scrisse i due libri centrali della saggezza cabalistica - e neppure se siano l'opera di un unico autore, o la trascrizione di una tradizione orale più antica:
Non si parlò praticamente più di Cabala fino al XIII sec., quando venne redatto il Sefer Bahir (Libro del fulgore), che postula una vasta realtà cosmica invisibile e a più strati al di sotto della nostra solita "realtà" quotidiana. All'inizio del secolo successivo, Rabbi Moses de Leon pubblicò una traduzione dello Zohar (secondo alcuni, fu lui stesso a scrivere lo Zohar) che divenne così accessibile a molti mistici e studiosi - fra cui Abraham Abulafia, che a soli 31 anni ottenne l'illuminazione grazie a pratiche cabalistiche che comportavano particolari posture corporee e tecniche respiratorie [prana yoga? ndJB]. Abulafia divenne presto un personaggio molto noto, ma non piaceva nè all'ortodossia ebraica nè a quella non ebraica, a causa della sua capacità di utilizzare intuizioni ed esperienze personali per mettere a tacere le argomentazioni intellettuali e i rituali antiquati. [paro-paro Socrate! ;-) ndJB] Fu arrestato e condannato al rogo, ma venne liberato poichè la notte precedente all'esecuzione il papa morì - così i suoi persecutori lo liberarono, temendo di fare la stessa fine.
Durante il Medioevo la Cabala si diffuse in tutta Europa, in particolare nella comunità ebraica di Safed in Terrasanta. Alla fine del XVI sec. si erano formate due scuole cabalistiche: quella di Moses Cordovero e quella di Isaac Luria ("Ari il leone"). Le dottrine cabalistiche erano considerate pericolose dalle autorità ebraiche ortodosse e venivano perlopiù vietate, tranne che come argomento di studio per i rabbi più colti. Tuttavia la tradizione continuò a prosperare clandestinamente.
Verso la metà del XVIII sec. emerse un grande maestro, Israel ben Eliezer (detto Baal Shem Tov: il portatore del buon nome), iniziatore dello chassidismo (dall'ebraico chasidim: devoto). Fu un uomo molto carismatico, dotato di una grande conoscenza spirituale, che cercava di spiegare alla gente comune. Definì la sua dottrina "la via del cuore" e sottolineò il fatto che, vivendo in questo mondo, dobbiamo godere dei suoi piaceri, pur pregando e praticando le tecniche esoteriche. Benchè lo chassidismo avesse raggiunto una notevole fioritura (è vivo ancora oggi), venne presto accantonato per fare posto al razionalismo di matrice illuministica che nasceva proprio in quegli anni.
Nella seconda metà del XIX sec. riesplose l'interesse per la tradizione misterica occidentale: Elifas Levi in Francia e, in Inghilterra, Wynn Westcott e MacGregor Mathers (fondatori della Golden Dawn Mistery School). La divulgazione della Cabala proseguì per tutto il XX sec., grazie a Israel Regardie, Dion Fortune, Aleister Crowley, Gershom Scholem (che offrì un'interpretazione moderna, funzionale e pratica della Cabala ebraica) e altre persone, fra cui Abraham Isaac Kook - che fu rabbi capo durante la fondazione dello stato di Israele.
Esistono tre diverse traslitterazioni della parola ebraica QBLH, che distinguono le varie scuole cabalistiche (ciascuna con scopi e metodi considerevolmente differenti dalle altre):
Resta il fatto che l'unica cosa che conta è il lavoro fatto, non il suo nome.
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